Il Centrodestra vince ormai ovunque mentre il Campo Largo si concentra sempre più sui diritti civili tralasciando quelli sociali
Occhiuto è stato convincente sia nelle parole che nei fatti, non si spiegherebbero altrimenti gli oltre 15 punti percentuali lasciati a Pasquale Tridico schierato come uomo forte del Campo Largo

Roberto Occhiuto, dunque, si riconferma governatore della Calabria. All’indomani delle sue dimissioni e della sua candidatura le forze di centrodestra hanno schierato il meglio dal punto di vista elettorale travolgendo un campo largo che soccombe sotto gli oltre 15 punti percentuali di distacco. Nel centrodestra tutti i partiti sono in crescita con Forza Italia che insieme alle liste satelliti, Occhiuto Presidente e Forza Azzurri arriva addirittura al 30%. In Forza Italia non si può fare a meno di notare la prestazione olimpionica di Gianluca Gallo che sfonda il tetto delle 30 mila preferenze. Ottimo risultato anche per Fratelli d’Italia (11,64%) e Lega (9,4%) che avanzano rispetto alle scorse elezioni regionali. Bene anche Noi Moderati che alla fine raggiungono i quorum e conquistano due importanti seggi a Palazzo Campanella. Una vittoria, quella di Roberto Occhiuto e del centrodestra che mette in evidenza una palese difficoltà da parte del Campo Largo (PD+M5S+altri di sinistra) che non riesce ad incidere non solo sugli elettori che hanno espresso la loro preferenza ma neanche su quelli che hanno scelto di rimanere a casa e non andare a votare. Certamente la sconfitta non è a loro imputabile. Eventuali commenti di questo tenore sarebbero alquanto antidemocratici e fuorvianti rispetto a quello che è all’attuale sentire dei calabresi. Nel centrosinistra tiene con difficoltà il PD (13,59%) con le due liste, quella ufficiale e quella dei Democratici e Progressisti (5,32%) arrivando a stento vicino alla soglia del 19%. In Casa PD la battaglia interna più avvincente è stata quella tra il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà (10.341 voti) e quello di Palmi, Peppe Ranuccio (10.638 voti) con quest’ultimo che la spunta con circa 300 voti di differenza. Entrambi però conquistano il seggio in consiglio regionale che se viene confermato nelle loro scelte apre alle elezioni comunali nelle due città che dovranno tornare alle urne. Batte un colpo anche Casa Riformista per la Calabria Viva che conquista un seggio con un buon 4,42%. Male, anzi malissimo il M5S (6,43%) che non ha scusanti. I Grillini sono stati addirittura superati dalla lista Tridico Presidente (7,62%). Giuseppe Conte ha preteso, sfruttando l’impreparazione del PD, il suo uomo più rappresentativo alla guida del Campo Largo, Pasquale Tridico, padre del Reddito di Cittadinanza. Ma evidentemente non era l’uomo giusto o forse non ha utilizzato gli argomenti giusti. Già gli argomenti giusti. È ormai da tempo che da ogni dove giunge alla dirigenza nazionale del PD il grido di allarme sulla svolta del partito che ha spostato l’asse, sbilanciandosi completamente, sui diritti civili abbandonando i diritti sociali, quelli che una volta caratterizzavano i partiti della sinistra, lasciando campo libero al centrodestra e a Giorgia Meloni che di diritti sociali ne parlano non per sentito dire ma con azioni concrete che possono piacere o meno ma sono le uniche che circolano in Italia. Manca in sostanza l’alternativa progettuale con un PD che nella sua propaganda civile e nelle sue strumentali manifestazioni di Piazza (lo si è visto con le elezioni regionali in Calabria all’indomani delle manifestazioni Pro-Pal) ha trascinato il M5S snaturandolo rispetto all’idea iniziale frutto dell’intuizione di Grillo e Casaleggio. Oggi temi importanti come la Giustizia; il Lavoro; il Welfare; la Sicurezza; l’Immigrazione sono di esclusiva competenza del Centrodestra con il Centro Sinistra e M5S capaci di dire soltanto NO senza presentare una proposta alternativa seria e credibile capace di creare un confronto serio su argomenti importanti su cui gli elettori possano giudicare e scegliere. Ma la cosa più sorprendente è che quelli del Campo Largo non si rendono conto di tutto quello sta accadendo intorno a loro, presi come sono dal difendere diritti civili fantomaticamente messi in pericolo non si sa da chi. Se si parla di immigrati per il Campo Largo le regole non esistono, le quote di ingresso non vanno bene e l’ingresso stabilite dalla UE sono cartastraccia. Se si parla di LGBT, o si fa e la si pensa come loro o si è omofobi. Se si parla di giustizia non si riesce ad affrontare un discorso serio sulla necessaria riforma della magistratura ed allora sarà il popolo a decidere in plenaria referendaria, e se la gente comune deciderà per la conferma della riforma approvata in parlamento dalla maggioranza di governo sarà un altro schiaffo in faccia al Centrosinistra e al Campo Largo che non è stato capace di proporre una controproposta limitandosi ancora una volta a dire NO. Settimana prossima si vota in Toscana, notoriamente “Regione Rossa”, vedremo come andrà a finire.












