Paola, il cambio in giunta diventa un problema politico
Dalla riunione di ieri giunge un nulla di fatto perché allo stato attuale non sembra percorribile il cambio di un solo assessore
PAOLA – L’aggiornamento della riunione di maggioranza disposta per ieri sera alle ore 18.00 non ha sortito ancora alcunché. La sensazione è che non si riesca a trovare la quadra di una situazione che appare molto complicata sotto l’aspetto politico. Infatti, con la richiesta del tournover ampio, fatta da alcuni consiglieri comunali si apre una questione politica non di poco conto. Allo stato attuale non sembra percorribile la strada della sostituzione di un solo membro di giunta, individuato in Francesco De Cesare (IdM) perché coloro che sono finora rimasti senza alcuna visibilità all’interno dell’esecutivo hanno messo sul tavolo della discussione la rivisitazione complessiva dell’organo di governo cittadino. La richiesta è stata così motivata: se si deve mettere mano alla giunta lo si deve fare seguendo un ragionamento politico che dia spazio anche alle forze politiche che finora non l’hanno avuto e quando a porre un problema del genere sono consiglieri che con il proprio voto in aula sostengono l’amministrazione il problema diventa alquanto complicato perché entrano in gioco i numeri. Cosa accadrebbe se a cambiare fosse solo un solo assessore a tutto vantaggio di una sola lista e magari anche di qualche candidato al consiglio regionale? E soprattutto, quale lettura politica si darebbe alla sostituzione di un assessore pro Oliverio magari con uno contro Oliverio? Coloro che hanno chiesto il tournover tra gli assessori hanno preso a pretesto il “giro di boa”, ossia la metà consiliatura alla quale si giungerà a gennaio 2020. La richiesta sembrerebbe essere alla base degli accordi presi all’atto della scelta dei componenti dell’esecutivo all’indomani della vittoria elettorale. Una regola più volte utilizzata per calmare i bollenti ardori divampati in questi due anni e mezzo di gestione Perrotta.
Così in tutto questo periodo gli accordi sono stati rispettati dalle forze politiche e dai consiglieri di maggioranza, soprattutto da quelli che oggi non hanno visibilità in giunta. Questi lo hanno fatto all’atto delle votazioni provinciali allorquando, per questioni di equilibrio politico, erano stati messi in gioco cariche istituzionali poi rimaste incollate a chi già le deteneva. Ma adesso ci sono le elezioni regionali e il gioco del “piglia e molla” non è più credibile ma a quanto pare neanche ipotizzabile visto che chi ha fatto incetta di incarichi politici non ha alcuna intenzione di mollarne neanche uno per il bene della coalizione. Questo atteggiamento non fa altro che mettere in difficoltà Roberto Perrotta che si ritrova con la coperta troppo corta che oggi, a differenza di ieri, viene tirata da una parte (quella esclusa dall’esecutivo) in maniera più forte rispetto al passato. A questo punto ci si domanda: E se Roberto Perrotta, stanco di tutta questa storia, decidesse di azzerare la giunta e nominarne un’altra tutta sua, superando tutte le indicazioni provenienti dalla sua maggioranza cosa accadrebbe? Chi avrebbe il coraggio di interrompere il percorso amministrativo a metà strada? Vedremo cosa accadrà.