Elezioni Regionali – L’interrogativo alla Rousseau nasconde la paura di un flop elettorale?

Il sondaggio sulla piattaforma grillina non è un problema di forma (partecipazione), ma di sostanza

CATANZARO – La politica ci regala spesso delle sorprese e quando si parla di politica non bisogna mai meravigliarsi, almeno in Italia. È il caso del Movimento Cinque Stelle che nella giornata odierna è impegnato addirittura a interrogare il popolo di internet, attraverso la piattaforma Rousseau, sulla partecipazione alle competizioni elettorali regionali in Calabria e Emilia Romagna. A questo punto ci si domanda cosa possano pensare coloro che ci osservano da Paesi a noi lontani e/o vicini (geograficamente parlando). Sì, perché tutto questo che forse per noi può sembrare normale, proprio normale non è. Il perché? Le motivazioni sono tante, sarebbe una lista infinita che evitiamo di stilare ma su alcuni aspetti sarebbe utile soffermarsi. Ad esempio una prima considerazione, quella più banale che salta immediatamente agli occhi, è che una forza di governo come il M5S si permette il lusso di nascondere le proprie paure elettorali, dietro la piattaforma Rousseau. Magari per gli attivisti grillini, ma anche con chi ha incarichi di governo e istituzionali, tutto questo combacia totalmente con la filosofia della partecipazione della base e lo si fa, attraverso internet, perché il M5S non ha sedi di partito. Ma se ci soffermiamo ad analizzare l’interrogativo posto attraverso la Rousseau è facile capire che il problema non è la forma ma la sostanza. Mai si era assistito nella storia repubblicana che un partito, forza di governo, discutesse all’interno delle proprie sedi territoriali (popolo di internet per il M5S) sulla partecipazione o meno ad una competizione elettorale regionale. Nuovo modo di fare politica? NO. Porre una domanda del genere o discutere su una questione del genere significa non avere senso di responsabilità.

Appare alquanto strano che una forza politica che governa il paese con ministri, sottosegretari e con una maggioranza parlamentare possa porsi il problema se partecipare o meno con proprie liste a delle elezioni regionali. In realtà, agli occhi di chi assiste a questa strategia, emerge una sorta di furbizia, nemmeno troppo celata, nel considerare le elezioni come degli eventi da utilizzare a proprio piacimento. Quando il vento tira a favore ci si presenta in pompa magna davanti all’elettorato, sicuri di un risultato utile e vincente, quando il vento spira contrario si valuta la possibilità di partecipare o meno alle elezioni. Sembra assurdo e paradossale. Le elezioni regionali, seppur in forma minore, sono un test su ciò che si sta facendo a livello nazionale. Non partecipare (se questo dovesse essere l’esito finale del sondaggio) significherebbe sottrarsi, almeno parzialmente al giudizio dei cittadini. Il Movimento Cinque Stelle, nelle ultime elezioni politiche, in Calabria ha raggiunto il 40% dei consensi. Decidere eventualmente di non presentare proprie liste nelle elezioni calabresi sarebbe un atto di vigliaccheria politica e di pura convenienza visti soprattutto gli esiti elettorali in Umbria e nelle varie città calabresi dove qualche giorno fa si sono celebrate le amministrative. Ma v’è di più. E se gli iscritti alla Rousseau decidessero di partecipare alle elezioni in Emilia Romagna e non a quelle in Calabria o viceversa sarebbe un qualcosa di accettabile in un Paese che tutti si sforzano di considerare o rendere normale? Sinceramente No. Inoltre, cosa dicono gli oltre venti parlamentari eletti in Calabria e gli altri eletti in Emilia Romagna su questo quesito lanciato su internet? Si sarebbero dovuti quantomeno ribellare perché qualche peso politico dovrebbero averlo e soprattutto dovrebbero esercitarlo in seno a Movimento. Ma l’interrogativo sulla Rousseau arriva anche tardivo per due ordine di motivi.

Il primo perché arriva a due mesi dalle elezioni, quando in realtà si sarebbe dovuto già lavorare per un programma elettorale e per la creazioni di coalizioni visto che c’è già qualcuno che è in campagna elettorale da un bel po’ di tempo. Il secondo motivo è dato dal fatto che già alcuni deputati si sono espressi chiaramente sulle elezioni regionali, soprattutto in Calabria. Morra (parlamentare eletto in Calabria) ad esempio, a torto o ragione, ha più volte dichiarato: “Mai con il Pd”. Una affermazione, condivisibile o meno, che lascia però trasparire un normale ragionamento politico che presuppone la certa partecipazione del M5S alle elezioni regionali in Calabria senza il supporto o l’autorizzazione degli iscritti alla piattaforma grillina. Situazione ancora più spinta quella che riguarda l’altra deputata pentastellata eletta in Calabria, Dalila Nesci, che ha chiaramente dichiarato di voler essere candidata alla presidenza della regione. Una plausibile aspirazione, un progetto politico che non passa e non può passare dalla Rousseau, sarebbe quanto meno assurdo. Ma se vogliamo guardare al Movimento Cinque Stelle nel suo complesso non è possibile non ricordare che fino a qualche giorno fa era impegnato, corteggiato dal Pd, per replicare in Calabria e in Emilia Romagna l’attuale alleanza di governo con i democrat. Gli annunci di riunioni romane tra Di Maio e i parlamentari calabresi si sono sprecati. Perché fare delle riunioni se non si conosce la volontà del popolo di internet (iscritti alla piattaforma Rousseau)? E come mettere il carro davanti ai buoi. In realtà i parlamentari grilli avevano ragionato in termini che riguardano la normale prassi politica senza pensare che la paura di un flop potesse far nascondere Di Maio dietro ad un furbo interrogativo informatico. Magari questa sera scopriremo che il popolo della rete avrà detto “SI” oppure “NO”, oppure avrà fatto una scelta diversificata. Ma come detto non è un problema di forma, ma di sostanza.