Paola, Consiglio Comunale bloccato. Ecco gli scenari

Cosa potrebbe sbloccare la situazione di stallo. Gli scenari di un quadro desolante per la città

PAOLA – Ciò che avevamo classificato come “La grande Matassa” si è rilevata tale. Parliamo naturalmente della ingarbugliatissima, situazione politica in cui si trova l’attuale Amministrazione Comunale Paolana. Tutto nasce con la scissione in maggioranza avvenuta ad opera del Pd che conta tra le sue fila quattro consiglieri comunali (3+1). I Piddino qualche giorno fa hanno ritirato il proprio assessore dalla giunta (immediatamente sostituito dal sindaco con Antonio Penna) ma anche inspiegabilmente il presidente del consiglio comunale che tutto è tranne un organo politico essendo lo stesso organo istituzionale, tra l’altro votato non solo dal Pd ma da ben 12 consiglieri comunali.
Ritorsioni verso Perrotta ed i suoi per la debacle piddina paolana alle elezioni regionali?
C’è chi afferma di Sì nonostante il PD faccia richiamo “all’etica” della politica, che le cronache politiche delle ultime ore stentano a giustificare. Ma al di là della scelta degli scissionisti della maggioranza, oggi è importante capire in che situazione si trova la città monca di un organo istituzionale importante come il Presidente del Consiglio Comunale e dell’ufficio di presidenza.

Nella seduta del consiglio di ieri il segretario comunale non ha dato spazio a interpretazioni diverse da quelle previste dal Tuel, statuto e Regolamento comunale ed ossia: “il presidente del consiglio deve essere eletto dal primo consiglio utile e pertanto come primo atto al fine di rendere regolari i lavori del consiglio stesso“. Una norma chiarita o interpretata (che in sostanza è la stessa cosa) a chiare lettere dall’organo legale del consiglio comunale ossia il segretario comunale. Infatti per Interpretazione giuridica, nel diritto si intendel’attività volta a chiarire e stabilire il significato delle disposizioni, ossia degli enunciati nei quali si articola il testo di un atto normativo, in vista della loro applicazione nei casi concreti“. Che un segretario comunale dia una interpretazione arbitraria o distorta di una norma giuridica ci pare priva di ogni fondamento. Comunque, tralasciando L’ABC del “diritto”, sta di fatto che allo stato attuale Perrotta si ritrova senza una maggioranza e il consiglio comunale, che è ancor più grave, senza un presidente del consiglio che di fatto rende immobile e privo di operatività il consiglio stesso.
Il Covid ci ha insegnato che nella vita possono verificarsi eventi straordinari che potrebbero richiedere l’intervento del Consiglio Comunale che in questa condizione non avrebbe alcuna possibilità di deliberare. Non sappiamo neppure se questa situazione possa essere considerata tollerabile da parte del Prefetto che forse in questo caso dovrebbe intervenire in qualche modo.
Ma analizziamo quali potrebbero essere gli scenari diretti a sbloccare l’empisse istituzionale unica nel suo genere nella città di Paola.

SCENARI

DIMISSIONI SINDACO.

Questa sarebbe la strada più corretta da parte del sindaco che non avendo di fatto una maggioranza dovrebbe rimettere il mandato al popolo. Ma è chiaro che ciò non essendo avvenuto finora non avverrà nei prossimi giorni. Almeno crediamo sia così.

RICHIAMO A SENSO DI RESPONSABILITÀ DI TUTTI I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA E DI MINORANZA.

Perrotta interpretando fino in fondo il suo mandato istituzionale potrebbe richiamare al senso di responsabilità tutti i consiglieri comunali, appellandosi al loro senso delle istituzioni e richiamarli in aula a votare il presidente del consiglio comunale e sanare il vuoto istituzionale. Ma è chiaro che la minoranza potrebbe, in risposta, addurre a motivi più politici che istituzionali. In effetti Perrotta nei fatti è senza una maggioranza e il richiamo al senso di responsabilità dovrebbe essere indirizzato in primis ai propri consiglieri, fedeli e scissionisti.

TENTATIVO ACCORDO CON LA MINORANZA SU PUNTI PROGRAMMATICI TRA CUI IL PIANO SPIAGGIA.

Potrebbe essere la carta che Perrotta potrebbe giocarsi in extremis convocando ufficialmente i capigruppo di minoranza e siglare un patto di “fine consiliatura” su alcuni punti programmatici e rimettere, una volta realizzati, il mandato al popolo. Ma anche questa strada potrebbe trovare ostacoli. Il primo segnale arriva da Rbc ma anche Progetto Democratico hanno chiesto separatamente a Perrotta di Dimettersi, ma si suppone che anche le altre forze di minoranza siano su questa posizione. Tutta via mai dire mai, anche perché all’orizzonte (8 mesi se non prima) ci sono le elezioni comunali e la minoranza non sembra viaggiare politicamente all’unisono verso questo appuntamento.

CLAMOROSO PASSO INDIETRO DEL PD CHE AGGRAVEREBEBE ANCOR DI PIÙ LA PROPRIA POSIZIONE POLITICA NEI CONFRONTI DELLA CITTÀ.

Potrebbe esserci anche questa soluzione e una clamorosa ritrovata unità in seno alla maggioranza. Ma evidentemente in questo caso stiamo viaggiando su binari che rasentano la “fantapolitica”. Se il Pd dovesse optare per una soluzione del genere rischierebbe l’annientamento politico.

PROSIEGUO DELLA AMMINISTRAZIONE IN ATTESA DELLA EVENTUALE SFIDUCIA DEI DISSIDENTI E RITORNO ALLE URNE.

Questa come abbiamo già ipotizzato potrebbe essere, dopo eventuali appelli o tentativi di ricucitura, la strada più plausibile che potrà verificarsi. Certo non è la migliore e non sarebbe istituzionalmente corretta ma tecnicamente non sarebbe eccepibile. Perrotta, infatti, in assenza di una sfiducia formale che lo rimanderebbe alle urne, può tecnicamente continuare il suo mandato, giustificando il tutto con la necessità di portare a termine le opere messe in cantiere tra cui il Porto, il Palazzo di Città, il Riassesto Idrogeologico del Cimitero ecc.
Ma anche qua le scadenze amministrative richiederebbero l’intervento del consiglio comunale che di fatto è bloccato. A Novembre c’è la votazione sui debiti fuori bilancio e l’approvazione del Riequilibrio di Bilancio. Con il consiglio bloccato nessuna votazione sarebbe possibile. A questo punto Perrotta rischierebbe di essere commissariato. Il prefetto preso atto della mancata approvazione nominerebbe un commissario che avrà il compito di approvare il documento contabile e preliminarmente i debiti fuori bilancio, qualora siano considerati approvabili.
Insomma questi sono gli scenari e comunque vada a finire ci sarà qualcuno che dovrà assumersi la responsabilità politica di tutto questo. Vedremo cosa accadrà.