Ospedale Paola – Occorre vigilare su iter nuovo reparto terapia intensiva

L’esigenza sorge dall’andamento ondivago di ciò che accade nella sanità cosentina dove a regnare è la confusione

PAOLA – Nuovi posti di terapia intensiva, lavoro in corso. I quattro posti di terapia intensiva in via transitoria e d’urgenza, per i quali avevamo dato notizia per primi (LEGGI QUA) sono in fase di allestimento. Al quinto piano dell’ospedale di Paola si sta lavorando per adeguare al meglio i locali per accogliere i posti di terapia intensiva, sperando che questi possano essere pronti prima della fine della emergenza Covid19, anche se nessuno si augura che debbano essere utilizzati. Ancora nulla si registra, invece, nella nuova area dell’ospedale (3 piano vecchio stabile) dove dovrebbe sorgere quella che dovrà essere la vera terapia intensiva/rianimazione e per la quale il commissario Zuccatelli ha autorizzato già da tempo i lavori. L’ospedale di Paola, infatti, allo stato attuale non possiede i requisiti per poter accogliere la Terapia Intensiva né al 5 piano come certificato dall’ingegnere Capristo e ne in altri luoghi. Tali requisiti possono essere ricavati da lavori di adeguamento dell’area individuata nel vecchio corpo del presidio ospedaliero dove, adiacente al vecchio blocco operatorio, vi è l’area una volta riservata ad ospitare le suore ospedaliere.

Interno del Terzo Piano vecchio blocco ospedaliero di Paola

Interno Terzo Piano vecchio blocco ospedaliero di Paola

Interno Terzo Piano vecchio blocco ospedaliero di Paola

Le foto che pubblichiamo relativi al terzo piano del vecchio stabile ospedaliero non sono il frutto di lavori attuali, ma il cantiere incompleto lasciato quasi dieci anni fa da una ditta che aveva in compito di risistemare un unico blocco operatorio per il presidio ospedaliero (gestione Logatto). Va da sé che se il quinto piano come da relazione di Capristo non risulta idoneo se non per posti temporanei ed in assoluta emergenza e il terzo piano è un cantiere aperto allo stato attuale l’ospedale di Paola non possieda i requisiti per ospitare una terapia intensiva (vedi Relazione Capristo) . Ma questo non significa che non li avrà. Lo spieghiamo per chi magari ha delle visioni vittimistiche e potrebbe scoraggiarsi, mentre noi siamo i primi a sostenere ogni azione diretta a combattere questo maledettissimo virus e sostenere l’implementazione di un ospedale capace di garantire servizi completi in area medica e chirurgica. Chi di dovere dovrebbe non solo vigilare sui posti temporanei e di emergenza di terapia intensiva (5 piano), ma soprattutto quelli che sono stati autorizzati dal commissario Zuccatelli ma che ancora non sono iniziati al terzo piano del vecchio stabile ospedaliero, perché è quello che alla fine rimarrà in pianta stabile e non in via emergenziale presso il presidio ospedaliero paolano. Capiamo che ci sono i tempi tecnici da rispettare ma questa esigenza di sollecitare è vigilare sull’iter burocratico di questi lavori sorge dall’andamento ondivago di ciò che accade nella sanità del tirreno cosentino. Reparti che il giorno prima vengono spostati da Cetraro a Paola, il giorno dopo riportati nel luogo di partenza, atti che vengono firmati e di cui ci si scorda completamente (vedi servizio Report – Zuccatelli), servizi ambulatoriali che dovrebbero stare da tutt’altra parte ma continuano a occupare spazi di nosocomi. Insomma molta confusione. Vediamo se qualcuno riuscirà a cogliere il nostro consiglio come è stato accolto quello che abbiamo dato sul Ferrotel da utilizzare nella emergenza Covid (LEGGI QUA). Nello stesso tempo si spera di non suscitare stati d’animo agitati e falsi vittimismi che nessuno vuole o ha voluto provocare. Ma capiamo anche questi.