La presentazione del libro su Oliverio tra folla, assenze e esternazioni. Un preludio alle prossime elezioni regionali
Nel bagno di folla si è notata l’assenza del presidente della Provincia di Cosenza
COSENZA – La presentazione del libro di Michele Drosi sull’attività di governo di MARIO Oliverio, ha raccolto tante persone che hanno affollato la Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia di Cosenza. Un evento che ha fatto denotare l’assenza di alcuni uomini fino a qualche tempo fa legati al presidente della regione, uno su tutti il presidente provincia di Cosenza, e padrone di casa, Franco Iacucci che con Oliverio ha condiviso l’azione politica per oltre un decennio. Oggi Iacucci è schierato sorprendentemente tra coloro che non vogliono la ricandidatura di Oliverio. Ma tornando alla presentazione del libro di Drosi ecco alcuni punti salienti dell’intervento del presidente della regione.
“Se non ci fosse in gioco il futuro di questa terra, se non ci fossero presenze e gruppi di potere che vogliono la sua involuzione, non avrei esitato a tirarmi indietro. E non perché me lo imponeva Zingaretti.
Sono “scomodo” perché in questi anni ho rotto le consuetudini della gestione del potere in Calabria.
Ringrazio Michele Drosi perché questo libro è un’operazione verità e perché offre ai lettori una griglia di quello che abbiamo fatto in questi anni.
Nel 2014 la Regione era una palude. Siamo partiti con gli stivali nel fango. Abbiamo lavorato molto e realizzato tanto. Oggi nella sede della Regione non ci sono più le segreterie politiche attorno agli assessorati. Quella stagione è finita. Abbiamo chiuso 19 partecipate e fondazioni come Calabria Etica, Calabresi nel mondo e Field, che creavano solo spreco di denaro pubblico e clientele. Abbiamo eliminato il rapporto malato tra politica e università. Abbiamo messo in discussione nicchie di potere consolidato e, per questo, abbiamo il dovere di proseguire il cammino intrapreso”.
Poi parlando dei metodi di scelta delle alleanze politico-amministrative con riferimento alle prossime elezioni regionali Oliverio ha sottolineato: “Le alleanze si decidono sui territori. Chi pensa di utilizzare la Calabria come merce di scambio politico ha una grave responsabilità. Questa attesa creata sul voto in Umbria è la chiara espressione di una visione distorta, di una statura politica al di sotto di quella che meritano i cittadini. Cosa c’entra l’Umbria con la Calabria e col governo nazionale?”. Parole che lasciano trasparire una frattura ormai insanabile.