La FASE 2 tra ipocondrie e mezze verità

Tra dichiarazioni contrastanti emerge un quadro confuso della nuova fase in vigore dal 4 maggio

Il fatto che quello che stiamo vivendo sia un periodo critico nessuno lo mette in dubbio. Che il governo sia ultra prudente è un dato di fatto ma lo è soprattutto il tentativo di molti di distorcere la realtà dei fatti. Parliamo di chi in giro per l’Italia vive una fobia esagerata del contagio etichettando la ormai famosa FASE 2 del governo come spregiudicata. Ma è davvero così?
Partiamo da un assunto, non si tratta di difendere il colore politico di un governo ma si tratta di esaminare gli atti che esso produce. In particolare il riferimento è sull’ultimo DPCM che impone ancora una volta le regole del gioco del viver comune. Tralasciamo ciò che pensiamo su quelle che sono le nostre idee su App, droni e “nuove normalità” e quindi sul tentativo di ridisegnare una nuova società di cui abbiamo già espresso la nostra opinione, e concentriamoci su gli atti concreti.
Il primo è dato dalla disperazione delle persone, che non è semplicemente quello dovuto alla presenza del virus con il quale volente o nolente dovremo imparare a convivere per il resto della nostra esistenza, come lo si fa con milioni di altri virus, ma è data dalla impossibilità di produrre reddito.
Ma qui si entra nel paradosso. C’è chi addirittura vorrebbe far passare il DPCM che entrerà in vigore da 4 maggio prossimo come un atto spregiudicato. Da più parti, tv, web, social si assiste ad una ipocondria smisurata e del tutto ingiustificata in questo momento particolare della pandemia da Covid.

Dire che il governo abbia riaperto in modo spregiudicato determinate attività e legare questa fase ad un pericolo di contagio ulteriore è davvero assurdo.

Il tentativo di interpretare in modo distorto ciò che contiene la relazione del Comitato Tecnico Scientifico governativo o la incapacità di leggere ciò che questa contiene è davvero imbarazzante.

La Task Force governativa ha asserito cose ben diverse da chi interpreta come pericolosa la FASE 2. Anzi riteniamo che questa relazione faccia emergere una posizione più che prudente dei virologi, che noi riteniamo eccessiva. Ma far passare addirittura come i Virologi governativi come spregiudicati è davvero incredibile e consentiteci, ridicolo.
La ormai famosa FASE 2 non è nient’altro che una fase di transizione, o se vogliamo “cuscinetto” che dovrebbe servire a testare la bontà delle graduali riaperture programmate e quindi un tentativo di dare sollievo ai milioni di lavoratori senza reddito rimasti bloccati dal lockdown.

Ma in giro per l’Italia e tra i rappresentanti delle istituzioni registriamo anche pareri contrastanti. Nel sud del nostro Paese ad esempio è molto dibattuta la possibilità data dal governo alle persone rimaste bloccate al nord di rientrare ai propri domicili. Ebbene su questo argomento c’è chi sbatte i pugni e dichiara che occorre far rientrare queste persone e nel contempo, si giudica spregiudicata la Fase 2. La domanda è: si è d’accordo o contrario al nuovo DPCM?

Essere d’accordo con gli altri è spesso difficile, ma non dovrebbe esserlo con sé stessi.
Difficile da capire questo modo contorto di interpretare il nuovo DPCM da parte di chi invece avrebbe il dovere di leggere i dati collettivi (Italia); singoli (regionali) e aggregati (confronto tra regioni).

In Calabria ad esempio le misure contenitive hanno dato ottimi risultati ma ciò non significa che se allentate leggermente da un DPCM possano determinare una crescita dei contagi.
Non c’è scritto da nessuna parte e non lo pensa neppure la Task Force governativa.

Chi ha ruoli all’interno delle istituzioni italiane dovrebbe piuttosto spiegare agli italiani, ai calabresi:

  • come mai non si parla del plasma iperimmune come cura efficiente a curare il Covid19.
  • Non si parla dei risultati ottenuti con essa a Mantova, Pavia e recentemente a Campobasso dove le persone guariscono nel giro di 48 ore.
  • Perché non si dice che forse con questa cura efficace tutta questa fobia sarebbe ingiustificata.
  • Perché non si dice che forse il tanto agognato vaccino inneggiato a “salvatore della patria” forse non renderà immuni per sempre le persone sottoposti a profilassi.

Sono tanti i punti oscuri che andrebbero chiariti e chi avrebbe il dovere di rispondere a queste domande non lo fa preferendo la sterile propaganda ai dati. Questo modo di agire per alcuni è una mera questione politica, mentre per altri è un problema di ipocondria accentuata e per altri ancora è un tentativo di fare, in modo subdolo, della propria ipocondria un cavallo di battaglia politico.

Occorre essere seri e analizzare i fatti per quelli che sono.