La Calabria verso la ripartenza – Intervista esclusiva all’assessore Fausto ORSOMARSO

L’assessore al turismo-lavoro-attività produttive ha risposto alle nostre domande senza veli in una intervista esclusiva per MAN

CATANZARO – È inutile nasconderlo la Calabria e l’Italia stanno vivendo un momento del tutto particolare legato alla emergenza Coronavirus. La giunta regionale della Calabria, insediatasi a Febbraio, si è sin da subito vista catapultare nella gestione difficile di questo periodo caratterizzato da lockdown che pian piano sta allentandosi alimentando da un lato commenti di maggiore prudenza e dall’altro messaggi di speranza di una rapida ripresa della vita normale. Molte sono state le iniziative del presidente della giunta regionale Jole Santelli, che grazie al lavoro serrato dei suoi componenti di giunta ha varato provvedimenti importanti per il rilancio della Calabria. Uno di questi è Riapri Calabria che è contenuto in un documento che prevede interventi massicci e importanti economici e sociali, messi a punto dall’assessore al turismo-lavoro-attività produttive, Fausto Orsomarso con il quale abbiamo dialogato grazie ad una intervista attraverso la quale il politico calabrese ha risposto illustrando molti punti utili a comprendere quali saranno i benefici di tale azione. Orsomarso parla a 360 gradi e senza veli, evidenziando anche il ruolo interlocutorio con “alcunimembri della opposizione di cui cita i nomi che a suo modo di vedere hanno contribuito, per la loro parte, a rendere ancor più condivisa una azione che riguarda il rilancio sociale di tutti i calabresi. Ad Orsomarso abbiamo chiesto anche su ricorso al TAR, sulla visone futura della sanità Calabrese e tanto altro. Ecco come ha risposto alle nostre domande

1. Assessore non si può certo dire che il vostro sia stato un inizio facile. Il covid vi ha messo subito alla prova e avete risposto con misure importanti. Riapri Calabria è uno strumento che ci sembra di una portata davvero importante.

Non siamo stati certo fortunati a dover affrontare, appena insediati, da un lato una grave emergenza sanitaria, dall’altro la pesantissima crisi economica conseguenza delle misure di contenimento della diffusione del covid-19. Per tentare di salvaguardare il nostro tessuto produttivo e consentirgli di ripartire con l’avvio della fase-2, abbiamo rimodulato risorse comunitarie non spese e messo a disposizione da subito 150 milioni con l’obiettivo di dare una iniezione di liquidità alle aziende e alle partite iva calabresi colpite dalla crisi. Con le prime misure ‘Riapri Calabria’ e ‘Lavora Calabria’, alle quali abbiamo destinato complessivamente 120 milioni di euro, abbiamo voluto dare un sostegno concreto e rapido al mondo delle piccole imprese chiuse per covid, integrando i provvedimenti del governo, ma anche pensando ad un provvedimento mirato a mantenere i livelli occupazionali, sostenendo le aziende che non licenziano i propri dipendenti, e che traccia l’inizio di un percorso sul quale intendiamo ripensare le future politiche attive anche dopo la crisi, sfruttando l’opportunità data dall’Unione Europea con la rimodulazione della disciplina degli aiuti di Stato per l’emergenza coronavirus. Di fronte ai ritardi e alla confusione del governo nazionale, abbiamo tentato di dare una risposta tempestiva ed efficace alle aziende colpite dalla crisi, con strumenti nati per affrontare l’emergenza ma che continueranno ad accompagnarci nei prossimi anni e potranno essere alimentati con ulteriori risorse.

2. I consiglieri regionali di minoranza, da ciò che loro stessi scrivono soprattutto sui social, hanno più volte asserito che molti provvedimenti sono arrivati su loro sollecitazione. Ciò vuol dire che voi della maggioranza siete stati messi sulla giusta strada dalla opposizione?

In un momento di così grave crisi e di fronte a misure così importanti per i calabresi, che sono il frutto di un lavoro intenso di tutta la maggioranza, con grande senso di responsabilità abbiamo ascoltato anche la minoranza. Non tutti, come è naturale che sia, hanno mostrato un atteggiamento costruttivo e qualcuno si è anche avventurato in polemiche sterili e avventate. Devo ringraziare i consiglieri Irto, Guccione, Aieta, che sono stati disponibili al confronto su problemi reali, e non limitandosi a dichiarazioni ad uso e consumo dei social, che in politica spesso si rivelano un luogo in cui si fa fatica a distinguere la verità dalle fake news, e in cui è difficile approfondire la portata di interventi economici di grande complessità. Devo riconoscere che un contributo da parte di rappresentanti dell’opposizione lo abbiamo avuto anche a livello nazionale, poiché oltre al continuo impegno della deputata Wanda Ferro per sostenere con iniziative parlamentari il lavoro della Regione nel sostegno alle imprese e ai lavoratori colpiti dalla crisi, abbiamo potuto contare sulla disponibilità di deputati come Antonio Viscomi ed Enza Bruno Bossio.

3. La Calabria è una terra a vocazione turistica e il turismo è in stretta connessione con il lavoro. C’è una categoria, le agenzie di viaggio che appaiono più vessate dal covid. Lei in diverse occasioni ha mostrato sensibilità verso questa categoria. Avete previsto azioni per il loro rilancio?

Con le misure messe in campo abbiamo innanzitutto puntato a dare certezze a tutte le imprese del settore turistico per scongiurare il collasso di un comparto trainante per l’economia della Calabria e che è tra i più colpiti dalla crisi. Abbiamo tenuto conference call con le associazioni di categoria e con i rappresentanti di tutti i settori coinvolti, dalle imprese ricettive e alberghiere a quelle balneari, dai tour operator alle agenzie di viaggio. Ci stiamo attrezzando a far ripartire il turismo sfruttando la nostra capacità di proporci come regione “Covid-free”, attendendo anche che da parte del governo arrivino regole chiare per garantire la riapertura in sicurezza delle attività. Le agenzie di viaggio non saranno escluse dagli aiuti previsti. Sono infondate le preoccupazioni espresse da un movimento autonomo, che probabilmente non essendo strutturato non ha ricevuto una informazione completa e corretta.. Sia in conferenza stampa che negli incontri con le associazioni rappresentative abbiamo spiegato che i codici Ateco riferiti al loro settore saranno ricompresi tra i destinatari dei contributi a fondo perduto. Anche queste attività potranno inoltre accedere alla misura ‘Lavora Calabria’, che garantirà un contributo superiore anche in ragioni del numero dei dipendenti, e prenderà come riferimento i fatturati sopra i 150 mila euro.

4. La Regione Calabria si è mostrata coraggiosa in materia di riaperture, ma questo è costato un ricorso al TAR da parte del governo. Oggi però Conte e i suoi ministri sembrano voler seguire lo stesso esempio. Che idea si è fatta?

Avevamo ragione fin dall’inizio. Il governo si è ostinato in un assurdo scontro istituzionale, evidentemente tutto politico, ben sapendo che la Regione Calabria, interessata marginalmente dalla diffusione del coronavirus, stava percorrendo la strada giusta. E’ fondamentale garantire una graduale ripartenza di ogni settore della vita economica e l’iniziativa di dare la possibilità a bar e ristoranti di riprendere la propria attività all’aperto e seguendo rigorose prescrizioni sanitarie, è stato un atto di buonsenso e di coraggio, che è riuscito nell’intento di alzare il livello della discussione su un problema sollevato dalle regioni che sono riuscite a contenere la diffusione dell’epidemia, e che giustamente chiedono di dare respiro ad una economia in sofferenza dopo settimane di lockdown. Alla fine anche il governo ha dovuto ammettere la validità della differenziazione territoriale, ovvero la possibilità di modulare le riaperture in maniera diversa fra le regioni più o meno colpite dal contagio, e dal 18 maggio le Regioni avranno la possibilità di discostarsi dal quadro nazionale per fare ripartire le attività in sicurezza e nel rispetto delle regole. Infine, per una volta, come ha rimarcato la presidente Santelli, la Calabria non è stata al centro del dibattito nazionale per le proprie carenze o per richieste di tipo assistenziale, ma perché ha rivendicato la propria voglia di lavorare.

5. Quali risposte intende dare ai precari e ai tirocinanti calabresi che chiedono attenzione da parte della Regione?

Nella fase dell’emergenza abbiamo deciso di venire incontro ai circa 7mila tirocinanti calabresi impegnati negli enti locali, nei ministeri e nei Tis, che causa del coronavirus si sono visti improvvisamente interrompere i propri percorsi formativi con il conseguente blocco dell’indennità mensile. Della loro situazione dovrebbe farsi carico il governo, che si è dimostrato completamente assente e li ha esclusi dalle misure di sostegno previste dal “Cura Italia”. Come Regione abbiamo deciso di non abbandonare i tirocinanti al loro destino, prevedendo una indennità di sostegno una tantum di 500 euro, in attesa di fare ripartire i progetti nelle prossime settimane. Contestualmente c’è stato il lavoro portato avanti in Parlamento da Wanda Ferro, che ha chiesto con emendamenti e poi con un ordine del giorno accolto dal governo di estendere il trattamento ordinario di integrazione salariale di cui all’articolo 19 del “Cura Italia” anche ai tirocinanti, esclusi dalle categorie per le quali sono state predisposte misure di tutela, nonostante si tratti di lavoratori che prestano servizio in settori strategici degli apparati amministrativi dei ministeri e degli enti locali.

6. La sanità Calabrese va rifondata come ha sottolineato più volte il presidente Santelli. La rete ospedaliera va innovata e potenziata. Qual’è l’idea che metterete in campo?

Anche per il comparto sanitario l’emergenza coronavirus deve rappresentare per la Calabria una nuova opportunità. La situazione emergenziale ha portato alla luce ancor di più le criticità del nostro sistema sanitario, ma anche le nostre eccellenze. La presidente Santelli, con il sostegno di tutta la maggioranza, avrà il coraggio e la capacità di fare scelte coraggiose e di netta rottura con il passato. Ma è evidente che il primo nodo da sciogliere è quello della responsabilità di guidare un comparto che non può continuare ad essere sottoposto ad un commissariamento governativo che non ha raggiunto, nel suo complesso, gli obiettivi fissati di contenimento della spesa, di efficienza organizzativa e di miglioramento dei livelli di assistenza.