Elezioni Regionali, parte la guerra dei sondaggi

Zingaretti ordina un sondaggio per giustificare la sua scelta suo Oliverio e diffonde i dati che lo danno ai minimi storici. Dallo staff del presidente: “Sondaggi farlocchi come quelli di cinque anni fa sulle primarie”

CALABRIA – Ormai siamo in piena campagna elettorale. Anche se la quasi totalità delle coalizioni non sembrano essere pronte con liste e candidati presidente, gli attacchi non mancano. Il principale obiettivo è il governatore uscente, Mario Oliverio, che deve guardarsi non solo dalle stilettate dei suoi avversari storici appartenenti al centrodestra, ma deve armarsi per parare i colpi provenienti dal suo partito (?). E’ di questi giorni la diffusione di dati che riguardano un sondaggio commissionato dal Pd nazionale sul gradimento espresso dai calabresi sull’attuale presidente. Secondo i dati elaborati da Swg (società incaricata per il sondaggio) la percentuale degli intervistati che si è espressa a favore di Oliverio è del 14% che di certo non può essere considerata una percentuale favorevole in vista di una competizione elettorale, anzi tutt’altro. E’ ormai noto che tra Zingaretti-Oddati-Graziano e Oliverio i rapporti si siano ulteriormente incrinati dopo il “niet” rivolto al governatore e la concomitante scelta del presidente della regione a proseguire per la sua strada fino alla fatidica data del 26 gennaio (election-day) e quindi in tempi di guerra tutte le armi vengono sfoderate. Il Pd ha scelto quella dei sondaggi, una strada percorsa anche cinque anni fa quando i democrat intrapresero la strada delle primarie dove i maggiori competitor erano Mario Oliverio e Gianluca Callipo. Ma se da una parte Zingaretti e compagni sferrano attacchi a suon di percentuali, dall’altra si assiste al silenzio da parte del presidente della giunta regionale che a quanto pare preferisce concentrarsi sul suo mandato di governatore.

Infatti, quello che ha sorpreso più di tutti è l’assenza di repliche di Oliverio anche se qualche segnale viene registrato in seno al suo staff. Uomini vicini al presidente hanno commentato quasi ironicamente questa mossa (in)aspettata del partito romano. “Hanno provato e stanno provando, con ogni mezzo, a costringere Oliverio a Mettersi da parte“. Ed ancora: “Ogni giorno tirano fuori un sondaggio farlocco commissionati ad arte”. Poi si passa all’analisi del sondaggio stesso: “Sono sondaggi fasulli che non entrano nel merito di quanto è stato prodotto in questi anni. Ricordano tanto, e anche quella volta l’istituto era lo stesso, i sondaggi che vennero diffusi cinque anni fa in occasione delle primarie”. Poi la stoccata: “Perché, ci siamo chiesti, se realmente è questa la percezionedi quanti continuano a tendere trappole e a commissionare sondaggi senza alcun valore scientifico, non è stata concessa ad Oliverio la possibilità di ricorrere alle Primarie?La domanda ad onor di ragione sembra più che lecita. Se Zingaretti riteneva davvero debole Oliverio avrebbe avuto una strada elegante per metterlo da parte utilizzando lo strumento delle primarie. Ma ultimamente entrare nella testa del segretario nazionale del Pd è davvero difficile. Se si analizzano le sue  mosse dalla caduta del governo giallo-verde, sia a livello nazionale che a quello locale, possiamo annoverare: 1. La scissione concessa a Renzi dopo che lo stesso avesse fatto incetta di incarichi di governo; 2. SCONFITTA ELETTORALE IN UMBRIA; 3. Perdita della base piddina in Calabria schieratasi in grandissima parte con Oliverio (con conseguente rischio per il Pd di sparire alle prossime elezioni regionali del 26 gennaio); 4. Rincorsa (infruttuosa) al M5S che hanno ormai deciso (o quasi) di non ripetere la stessa esperienza umbra in terra calabra ed in Emilia; 5. Ritardo nella scelta del candidato presidente da contrapporre a Oliverio. Insomma capire Zingaretti è un po’ difficile.

Magari il 27 gennaio i calabresi scopriranno che forse aveva ragione lui ma visiti i risultati ottenuti fino ad oggi la cosa sembra del tutto improbabile. Ma ritornando alla questione sondaggi la domanda che ci si pone è: Il Pd davvero pensa di poter influenzare le scelte dei calabresi sulla base di percentuali diffusi da istituti commissionati e pagati con i soldi del Pd? I nativi calabri e gli italiani in genere quando sentono parlare di sondaggi ormai sorridono e lo fanno da quel divertissimo sondaggio diffuso su scala planetaria da un certo Silvio Berlusconi, nel 1996, commissionato e spiegato in diretta dall’ormai famoso Giovanni Pilo. In quella occasione Forza Italia veniva data per vincente ma poi a sfoglio finito a vincere fu Prodi e l’Ulivo. Oggi lo stesso Giovanni Pilo, che ha fatto dei sondaggi una regione di vita, ammette con amarezza che “i sondaggi oggi sono del tutto inutili“. Tra le incertezze dei numeri, e quelle dei nomi ancora sconosciuti dei candidati presidente, la Calabria ormai è calata all’interno di una campagna elettorale che allo stato attuale più che infuocata può essere giudicata anomala.