Domani è il compleanno di S. Francesco di Paola. I paolani si affidano a lui per sconfiggere il Covid19

Il santo della carità è il santo più veveraro al mondo e oggi i suoi devoti si affidano a lui per essere liberati dalla piaga del Coronavirus

PAOLA – Domani è il 27 marzo. Per i paolani, per i calabresi e non solo, non è una data qualsiasi perché nello stesso giorno e nello stesso mese di 604 anni fa, esattamente il 27 marzo 1416, nasceva a Paola un gigante della cristianità, un santo portentoso che ha cambiato il corso della storia, Francesco Martolilla. L’eremita paolano è il santo più venerato al mondo e a lui si sono affidati in passato, nella sua epoca e si affidano oggi milioni di persone. A lui vengono innalzate continuamente preghiere di intercessione soprattutto in questo periodo così drammatico e sofferente della vita degli uomini. La devozione dei paolani dei calabresi e dei suoi figli sparsi per il mondo è talmente fervente che nelle situazione di difficoltà questi non riescono ad affidarsi che non a lui, San Francesco di Paola.

Il fondatore dei minimi non è un santo qualsiasi e le sue numerose biografie narrano di un suo rapporto particolare con le epidemie e pestilenze. Ne citiamo due. Il primo è il suo portentoso intervento, per intercessione divina, che ha posto fine alla Peste nella città di Frejus. Un miracolo che nell’era della globalizzazione oggi potremmo definire di massa. D’un sol colpo Francesco non solo guarì gli abitanti della cittadina francese ma guarì tutti coloro che si recarono a Frejus in segno di devozione. Il secondo episodio che correla frate Francesco da Paola alle epidemie è un racconto che si rifà alla tradizione popolare. Si narra che Francesco in procinto di lasciare la Calabria per recarsi in Francia alla corte di Luigi XI, abbia chiesto a Dio di preservare la sua amata città di Paola da tre piaghe molto temute: Fame, Peste e Terremoto. Che la città di Paola abbia avuto una particolare protezione da numerosissimi eventi tellurici del passato e del recente passato è cosa certa, tanto è vero che Paola venne risparmiata da distruzioni in varie occasioni compreso da quella che riguardó il terremoto che rase completamente al suolo Reggio Calabria e Messina. Ecco perché in suo onore vi sono molte feste votive, una di queste è quella del 14 luglio che richiama lo scampato pericolo di un altro terremoto, quello avvenuto nel 1767. Ma in questo periodo San Francesco viene invocato per un’altra promessa “strappata” a Dio, quella che vedrebbe la città di Paola preservata dalla Peste, intesa come pestilenza e quindi epidemia. Tutti, oggi, con cuore sincero ci rivolgiamo al portentoso santo affinché preservi ancora una volta non solo la città di Paola, ma l’Italia è il mondo intero facendo terminare questo nefasto periodo in cui l’umanità è sprofondata. Domani, nel giorno del suo compleanno sarebbe bello che a mezzogiorno tutti insieme una preghiera (pater, ave e gloria) al nostro santo affinché esaudisca questa nostra preghiera.

“Io sono libero”. Presentato a Paola il libro dell’ex governatore calabrese Giuseppe Scopelliti

Il libro di Scopelliti è sostanzialmente una intervista realizzata in carcere all'epoca della sua detenzione dal giornalista, Franco Attanasio