Rsa S. Francesco – I medici di base si rifiutano di rilasciare i certificati medici

Per il responsabile della struttura i medici di base ritengono che la certificazione richiesta non sia necessaria in presenza di un tampone negativo

SAN NICOLA ARCELLA – È ormai diventato un vero e proprio caso quello che sta investendo la Rsa “S. Francesco di Paola” ubicata a S. Nicola Arcella che è costretta a lavorare a scartamento ridotto per effetto della quarantena applicata a dipendenti risultati negativi e altri che preventivamente sono stati messi in quarantena obbligatoria perché venuti a contatto con chi poi è risultato negativo al tampone. Lo sappiamo sembra assurdo ma quello che noi abbiamo considerato un eccesso di zelo (LEGGI QUA) da parte dell’ufficio di igiene di Scalea che ha chiesto per revocare la quarantena alle persone interessate, un certificato dei loro medici di base, con il quale si chiede l’assenza di sintomi riconducibili al Covid.

Stiamo seguendo da ormai giorni l’intera vicenda, arrivando ad approfondire anche la questione indagando sulla mancata comunicazione tra il suddetto ufficio e il comune di Tortora, luogo di residenza dei dipendenti messi in quarantena preventiva che, per effetto della negatività del tampone del soggetto con cui sarebbero venuti a contatto, non ha più motivo di esistere.

Emilio Pastore – Responsabile della Rsa “S. Francesco di Paola”

Ma torniamo ai dipendenti risultati negativi e alla richiesta ulteriore di certificazione da parte del responsabile dell’ufficio d’igiene di Scalea. Per sapere  come si sta evolvendo la situazione abbiamo telefonato al responsabile della Rsa, Emilio Pastore che ci ha comunicato che alcuni medici di base si rifiutano di rilasciare questa certificazione. “Quello che stiamo registrando è un rifiuto di alcuni medici di base, ossia medici di famiglia dei alcuni nostri dipendenti risultati negativi al tampone Covid19, a rilasciare la certificazione richiesta dall’ufficio d’igiene di Scalea“. A questo punto abbiamo chiesto il perché di questo rifiuto e Pastore ci ha spiegato: “la risposta ricevuta è stata da alcuni medici di base è che questa certificazione non sia necessaria perché esiste già un esito di negatività del tampone“. Dunque qual’è l’evoluzione a questo punto? “L’evoluzione è che per alcuni nostri dipendenti risultati negativi abbiamo i certificati e per altri no. Quindi invieremo quelli che abbiamo e solo per questi desumiamo che verranno revocati i provvedimenti di quarantena obbligatoria. Per gli altri tutto resterà immutato“.