Reddito di cittadinanza, arriva l’obbligo dei percettori di lavorare come Lpu nei comuni

Il decreto pubblicato in GU obbliga i percettori RdC a rendersi utili nei comuni di residenza. Interessati anche gli operatori del terzo settore

Nel nostro percorso avviato sui dati e le novità del Reddito di Cittadinanza, oggi ci addentriamo su quello che è l’ultimo aggiornamento che riguarda questa misura che da assistenziale, per come si stava sviluppando, si trasforma in attiva grazie al decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale che da il via libera all’utilizzo dei percettori RdC in Lavori di Pubblica Utilità. Si tratta di un esperimento sicuramente non nuovo e già attuato in passato quando molti precari sono stati inseriti all’interno dei comuni per svolgere lavori di utilità collettiva. Anche in questo caso ad essere coinvolti saranno i comuni che dovranno impiegare in attività non superiori a 16 ore lavorative settimanali i percettori di RdC residenti nella propria giurisdizione.

I progetti nei quali questi potranno essere utilizzati, oltre a quelli sociali, sono: culturale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Questa forma di impiego, come i loro predecessori non sono annoverati nella giurisdizione del lavoro dipendente, parasubordinato, autonomo o professionale, tuttavia per essi sono previste le garanzie basilari come l’assicurazione obbligatoria Inail contro gli infortuni e le malattie professionali: il premio dovuto sarà fissato sotto forma di «premio speciale unitario» con decreto ministeriale. Non tutti i percettori, tuttavia saranno obbligati a cimentarsi nel ruolo di Lpu visto che partecipazione resta facoltativa per i beneficiari che già non sono tenuti agli obblighi connessi al sussidio (persone  già occupate , studenti, caregiver, over65…), per gli altri rimane l’obbligo e la perdita del beneficio economico in caso di rifiuto immotivato.

Tra le novità vi è il fatto che i progetti di utilità sociale sono di titolarità del comune che può  avvalersi anche della collaborazione di enti pubblici o del Terzo Settore. Notizia rilevante è che almeno  un componente per ogni nucleo familiare (viene scelto quello più giovane) deve garantire la partecipazione progetti del comune che deve garantire anche la partecipazione di coloro che percepiscono i sussidi più elevati.