VERSO IL CONCLAVE – E se il prossimo papa fosse calabrese?
Si tratta di due alti prelati. Uno di origine Calabresi e arcivescovo di Toronto, l’altro calabrese doc arcivescovo di Napoli
“Morto un papa se ne fa un altro”. Un detto antico che racchiude in se qualcosa di macabro ed in un certo senso irrispettoso verso colui che per chiamata divina è costretto a lasciare il soglio di San Pietro. Ma si sa, il Papa è il vicario di Cristo in terra e la continuità deve essere garantita ad ogni costo assumendo una importanza fondamentale per la sopravvivenza della Chiesa e quindi la figura tempo-spirituale che rappresenta il Pontefice Romano assume una importanza molto più pregnante rispetto alla persona in se stessa. Papa Francesco ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nella Chiesa di Cristo, un vero riformatore che ha proseguito ciò che aveva iniziato Giovanni Paolo II con una propensione più marcata verso i poveri e verso gli ultimi. Un papa umano, tangibile e non quasi etereo come si era abituati ad accettare. Un uomo che assurto al soglio pontificio aveva mantenuto il suo profilo, si lasci passare il termine, “proletario”. Un papa che nonostante la bolla con la quale il Vaticano avvolge il suo massimo rappresentante, era riuscito a instaurare addirittura delle amicizie con persone comuni, persone del popolo alle quali telefonava e con la quale spesso e volentieri si intratteneva. Insomma un Papa della gente e con la gente. Ma adesso Papa Francesco è volato in cielo dopo un periodo di sofferenza e di ricovero ospedaliero. Una sofferenza coma da lui affermato offerta a Dio per la “Pace nel Mondo”. Ed allora morto un Papa se ne fa subito un altro, o meglio occorre attendere i riti previsti da Santa Romana Chiesa che sono il preludio della sepoltura che non avverrà nelle grotte vaticane ma in Santa Maria Maggiore, nella nuda terra, all’ombra di quella donna che Francesco ha tanto amato, la Vergine Maria. Così il Camerlengo, che regge la Chiesa in “Sede Vacante”, avrà il compito di organizzare il tutto per poi passare il testimone al Cardinal Decano che avrà il compito di convocare i 135 cardinali al di sotto degli 80 anni e indire il Conclave che avrà il mandato divino di donare alla Cristianità ed al mondo intero il nuovo Pontefice Massimo di Santa Romana Chiesa.
I cardinali Eleggibili e quelli Calabresi
Ed allora chi sono i Cardinali eleggibili? Impossibile elencarli tutti ma di due possiamo renderne conto essendo calabresi come noi. Si tratta del Cardinale Domenico (Mimmo) Battaglia, arcivescovo della città di Napoli e il Cardinale Frank Leo, Arcivescovo di Toronto. Il primo classe ’63 è nato a Satriano in provincia di Catanzaro ordinato sacerdote nel 1988 da Mons. Cantisani arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace. Nominato inizialmente, nel 2016, da Papa Francesco Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata V de’ Goti è stato elevato a Cardinale, sempre da Papa Francesco, nel 2024 dopo averlo nominato Arcivesco di Napoli con investitura avvenuta nel 2020. Il secondo (Card. Frank Leo) è canadese di Nascita ma calabrese di origine. Suo padre è nato e cresciuto a Belvedere Marittimo, poi emigrato in Canada. Classe ’71 (54 anni) è tra i più giovani cardinali del concistoro e tra quelli che saranno messi “sotto chiave” per eleggere il nuovo capo della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Nel 2023 Papa Francesco lo nomina Arcivescovo di Toronto e Nunzio Apostolico in Canada elevandolo a cardinale lo stesso anno.
Il card. Battaglia e il card. Leo tra il 5 e il 10 maggio entreranno nella cappella Sistina e quando verrà pronunciato l’erga omnes saranno nelle mani dello Spirito Santo che ispirerà loro due e glia altri 133 “Principi della Chiesa” ad eleggere il nuovo successore di Pietro e chissà se ad assurgere al soglio pontificio non sia uno di loro due regalando alla Calabria una gioia difficilmente paragonabile.