Sanità – Jole Santelli scrive al premier Conte. Basta con il commissariamento!

In una lettera inviata al primo ministro, il presidente della regione lo invita a riflettere sulla necessità di porre fine al Commissariamento della sanità calabrese

CATANZARO – La sanità è una delle grandi piaghe della società calabrese. Un diritto alla salute violato da inefficienze e dal malaffare. Oltre dieci anni di commissariamento hanno peggiorato addirittura la situazione con le varie amministrazioni regionali ritrovatesi con le mani legate nelle scelte che avrebbero dovuto attribuire alla classe politica onori, ma soprattutto oneri in merito al loro operato su un settore così delicato. Dopo il covid, il presidente Jole Santelli prende ancora una volta la parola per parlare di Sanità, lo fece in piena pandemia per denunciare l’inefficienza del sistema sanitario Calabrese, lo rifà oggi scrivendo al Premier, Giuseppe Conte, al quale chiede, dopo una disamina lucida e precisa di quella che è la situazione attuale della sanità in Calabria, di porre dine al Commissariamento.

Ecco cosa scrive il presidente della Regione Calabria:

Egregio Presidente Conte, scrivo da una Regione in cui i diritti dei cittadini sono troppo spesso calpestati.

La Calabria è una terra che ha tante potenzialità ma anche troppi, troppi problemi irrisolti. Il più importante dei diritti calpestati è quello alla Salute.

Siamo vittime da anni di un Commissariamento governativo che, improntato esclusivamente a logiche meramente ragionieristiche, ha distrutto la Sanità calabrese.

In questo le responsabilità politiche devono essere chiare e nette. Tutte le scelte sanitarie competono in Calabria al governo ed ai suoi commissari. Sono stata attenta ad evitare lo scontro istituzionale, non credo faccia bene a nessuno, ma chi decide di commissariare e di effettuare le scelte, poi deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità che ne conseguono.

La fase Covid è stata gestita dalla Regione in assoluta sintonia con il governo nazionale. Il nuovo piano sull’emergenza, invece, su richiesta dei commissari è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione, e varato dal Ministero competente. Il nuovo piano ribalta totalmente l’impostazione precedente e per quanto mi riguarda lo trovo di difficile attuazione.

Nella riunione con il Commissario Arcuri e i Ministri Speranza e Boccia, il Commissario Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il Commissariamento ad acta la regione non è soggetto attuatore. Non m’interessa essere soggetto attuatore di un piano che non condivido, ma è necessario che i calabresi sappiano che il governo si sta assumendo tutta le responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata. Mi spiace dopo mesi di leale collaborazione, ne prendo semplicemente atto.

La responsabilità verso i calabresi deve essere però chiara, se viene ridisegnata la rete oncologica sul tumore alla mammella e, nonostante le proteste della Regione si va avanti per una strada che, purtroppo,porterà a una nuova e pesante emigrazione sanitaria, se vengono bloccate le radioterapie per esigenze di budget, rendendo impossibile si calabresi di curarsi a casa propria e costringendoli ad andare fuori regione per terapie salvavita, i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai Commissari di governo, con la totale contrarietà della Regione.

Non credo che, Presidente Conte, Lei sia al corrente di queste cose ma è mio obbligo morale e politico porle in evidenza. Noi calabresi abbiamo diritto ad una sanità da Paese civile, non m’interessa fare guerra contro il governo nazionale, ma non farò da parafulmine a scelte pesantemente penalizzanti per i miei concittadini. L’emergenza sanitaria ci ha insegnato che esiste un destino di comunità. Nessuno si salva da solo.

Non possono esserci divisioni strategiche e strumentali davanti a un diritto fondamentale come la salute. Io sono certa che vorrà ascoltarmi per trovare insieme una strada che faccia onore allo sforzo del Paese tutto di non lasciare indietro nessuno.”