Papa Francesco ha inaugurato il Giubileo 2025. Ne abbiamo parlato con padre Domenico Crupi dell’ordine dei Minimi
Il 24 dicembre Papa Francesco ha ufficialmente aperto il Giubileo 2025. Si apre davanti a noi, ai cattolici di tutto il mondo un anno di grazia che porterà ai penitenti a godere della remissione dei peccati e delle colpe, e quindi delle pene ad esse associate. Nella Basilica minore di Paola giorno 30 dicembre ci sarà un momento di preghiera legata alle attività giubilari. Nella Basilica di S. Francesco slei Paola, come in altre tre basiliche minori calabresi, coloro che non potranno recarsi a Roma potranno lucrare l’indulgenza plenaria. Dell’anno giubilare ne abbiamo parlato con il sacrista della casa madre dei Minimi, padre Domenico Crupi che ha risposto alle nostre domande.
Il Papa ha aperto la porta santa per il Giubileo duemila e venticinque cosa significa per un appartenente alla chiesa di Cristo questo evento?
Anzitutto è un evento che coinvolge sicuramente tutti i credenti in Cristo in quanto tali a prescindere l’appartenenza alla confessione perché noi siamo cattolici ma esistono anche i vangelici ortodossi, anglicani. La realtà del Giubileo è strettamente legata alla chiesa cattolica per cui diciamo che su questa domanda può essere interpretata cosa significa per un cattolico. Sicuramente per un cattolico è una rinnovata occasione di sperimentare la misericordia del padre. Questa misericordia che viene comunque sempre dispensata dalla chiesa attraverso i sacramenti durante l’anno ma sono delle occasioni in cui ciascun credente è chiamato alla luce. Il Papa ci invita a riguardare dentro noi stessi, a vedere i passi che compiamo, a misurarci con la realtà della fede a vedere realmente se stiamo incarnando il Vangelo oppure se ce ne siamo allontanati troppo. Per cui quella porta che è stata aperta a Roma è una porta di speranza che sta a indicare la maternità della Chiesa che non chiude le porte ma le spalanca perché i suoi figli possano tornare ad abbracciare il padre e la parabola del “Figliol prodigo” dove ill padre lo attende a abbraccia aperte. “Mi alzerò e andrò da mio padre”. Per cui è un evento molto importante. È un evento soprattutto spirituale. È un evento che riguarda anzitutto ciascuno di noi personalmente come battezzati. Il Giubileo è improntato anche sulla ricezione dei sacramenti pertanto richiede comunque una realtà di fede cattolica. Tuttavia questo giubileo spalanca ai cattolici la possibilità e l’opportunità di dare dei segni di speranza in questo mondo. Il Papa oggi ha aperto anche la porta santa a Rebibbia. Per cui questo è un giubileo che coinvolge il mondo in quanto tale perché va a curare quelle ferite che l’umanità porta con sé.
Papa Francesco ha mostrato nel corso del suo pontificato di essere particolarmente sensibile al rito giubilare che lettura attribuisce a questa attenzione ai pontificia?
Giuridicamente parlando è vero perché lui ha indetto un giubileo straordinario che è appunto quello che abbiamo vissuto della misericordia e poi questo ordinario. Diciamo che nel suo pontificato c’è stata questa attenzione perché c’è stato un giubileo straordinario. Ricordiamoci che nel duemila e trentatré ci sarà un altro Giubileo straordinario che è quello della redenzione perché appunto il Cristo, secondo la Chiesa, è morto a trentatré anni per cui c’è l’anniversario della redenzione Giubileo della Redenzione. Pertanto c’è questa attenzione intesa in questa maniera. Vi è da dire che tutto il pontificato di Papa Francesco è incentrato sulla parola misericordia eh per cui lui ci ha preparato a quel giubileo della Misericordla.
I tempi che viviamo sono caratterizzati dalla perdita della moralità da parte dell’uomo. Il Giubileo può rappresentare un’occasione per riacquistare ciò che si è perduto?
Il Giubileo è sempre un’occasione di grazia comunque sia. Parte tutto da una autocritica personale, da una presa di coscienza personale. Gli uomini oggi vivono in nel contesto di un mondo che è fatto di tante realtà che non sono sempre riferibili al nostro credo. Ci sono però dei principi che sono validi per tutti o comunque dovrebbero essere tali come i principi della dignità della vita, del rispetto della vita, insomma quelli che riguardano il rispetto verso il prossimo. A prescindere se uno è cattolico o meno ci sono delle realtà collegate direttamente agli insegnamenti della nostra fede per cui noi parliamo di una morale umana ma anche di una morale cristiana cattolica. Questi nostri tempi sono caratterizzati da grande confusione ecco perché l’uomo ha smarrito la sua via. Quando dico così intendo che l’uomo ha perso la dimensione della sua vera identità a prescindere dalla fede. Chi è l’uomo? Quale è il compito dell’uomo all’interno di questo mondo? Sarebbe quello di rendere il mondo migliore, più abitabile, più vivibile. Si tratta di quei semi di speranza di cui parla ill Papa. Oggi l’orientamento della realtà viene influenzata dai mezzi di comunicazione che plasmano la mentalità soprattutto delle nuove generazioni. Sicuramente non possiamo pensare a un ritorno al passato ma a una presa di coscienza che alcuni punti sono imprescindibili per poter gettare delle nuove basi per una costruzione di un’umanità più fraterna. I messaggi del Papa nella “Fratelli tutti” pone l’attenzione verso il mondo, all’ecologia e tutto ciò che concerne appunto la dignità dell’uomo.
Il Santo Padre nella sua ultima udienza plenaria ha parlato della Speranza. In che modo l’uomo potrebbe non perdere la speranza nei tempi che stiamo vivendo?
Ciò riguarda quello che è contenuto nella bolla della realtà del Giubileo. Il Papa ha emanato bolla “Spes non confundit” cioè la speranza non delude. Questa bolla rimette al centro la parola la Speranza che è una delle virtù insieme alla Fede e alla Carità. Questa speranza però, dice il Papa nel documento, non è una sorta di “volemose bene” ma, ribadisce il Papa, ha un fondamento questo fondamento per noi cristiani è riconoscere Gesù come la nostra vera speranza. La speranza oggi si perde per vari motivi perché i tempi sono a volte bui. Ma spesso la perdiamo noi. Per questo nei nostri atteggiamenti, nei nostri modi di fare manca quell’apertura verso l’altro, per cui si vive un mondo a volte triste che sembra sempre arrabbiato. Ecco il giubileo può richiamarci a questa dimensione essere più umani anzitutto e poi cristiani.