Paola – Dove sono finiti i difensori di Tonino Cassano?

Chi difendeva a spada tratta dell’ex vice sindaco si è dileguato, dissolto come la neve al sole

PAOLA – Come ormai è noto da piú tempo, l’amministrazione Perrotta andrà avanti e lo farà con il PD. Azzeramenti di giunta; giunta di alto profilo; fantomatici esponenti politici nazionali pronti a sedersi in giunta; defenestramento dell’assessore Mantuano non erano altro che fumo negli occhi per trovare la giusta quadratura del cerchio che convenisse dal punto di vista politico al PD e a questo punto anche al resto della maggioranza per continuare una avventura che porterà Perrotta alla fine del suo mandato. Difronte a questo stato di cose è chiaro che tutti si chiedano: dove sono andati a finire tutti coloro che difendevano le posizioni assunte dall’ex vice sindaco Tonino Cassano? Spariti! Dissolti come neve al sole! Eppure Cassano era andato via spiegando in modo forte la sua incompatibilità a proseguire il suo mandato sciorinado dati come problemi con Ecologia Oggi a cui si paga 1/3 in piú di quello che si dovrebbe; problemi sulla utilizzazione degli 8,5 milioni di euro di anticipazione di liquidità del dissesto e tante altre motivazioni che a questo punto non vengono piú prese neppure in considerazione o forse non lo sono mai state. Cassano che aveva mantenuto una porta aperta dicendo che avrebbe potuto ripensare ad un suo rientro solo in caso di “bonifica del terreno dalle mine“. Ed allora ecco che si materializza ciò che avevamo anticipato per primi due mesi fa, precisamente il 7 luglio, ossia il patto Pd-Perrotta con dentro Ernesto Trotta (Leggi qua) pescato direttamente dal centrodestra e che entrerà a far parte della squadra di governo cittadino in quota PD, magari anche con la ipotesi di una sua futura candidatura a sindaco della città. Trotta che sconfessa se stesso venendo meno alla sua intenzione iniziale di non voler far parte di una giunta politica ma soltanto di una tecnica scevra da simboli di partito. Ma ogni scelta è lecita e va rispettata.

Cosí al di là della mortificazione di una intera dirigenza e di coloro che nelle elezioni con il PD ci hanno messo la faccia (neanche è stato ascoltato il loro parere), anche se di queste pochi ne condividono da tempo le scelte politiche, la realtà vede concretizzare ciò che avevamo pronosticato: si va verso la sostituzione dei due assessori dimissionari: Francesco Città andato via per ricoprire un ruolo nello staff regionale di Di Natale e Tonino Cassano unico e solo dimissionario per incompatibilità di visione di natura amministrativa. Ed allora perchè aspettare tanto? Perchè si è tenuta sotto scacco la città per mesi e mesi? Perchè il vero nocciolo della questione non era tanto la presenza del PD in giunta ma quella della presidenza del consiglio a Barbara Sciammarella che se la contendeva con Francesco Aloia. Oggi nascondendosi tutti dietro il paravento del Bilancio Preventivo e del Psc, i sostenitori di Aloia lo hanno abbandonato cedendo in un braccio di ferro estenuante. Bilancio Previsionale e Psc dovrebbero essere slegati da giochi di poltrone e essere votati a prescindere. Invece, il tutto si concretizzerà prima del consiglio comunale per la loro approvazione, infatti giorno 4 settembre si terrà il consiglio comunale per la votazione del nuovo Presidente del Consiglio Comunale che anticipa il consiglio di giorno 7 settembre sul Bilancio di Previsione e Psc. Se tutto rimarrà inalterato rispetto gli accordi presi questa sarà la nuova giunta comunale: Marianna Saragò (vice sindaco – Socialisti); Alessio Samà (asse Sorace-PD); Emilio Mantuano (asse Pizzini-Aloise); Ernesto Trotta (PD); Grazia Surace (Centro Democratico).