Habemus Papam Leone XIV | Prevost il papa agostiniano con un passato da missionario
Il nuovo pontefice può essere definito un normalizzatore. Un uomo che predilige il dialogo allo scontro. Un uomo di pace.
Chi si aspettava l’elezione a papa i nomi forti della curia romana ha sicuramente sbagliato le previsioni. I cardinali hanno scelto Robert Francis Prevost, americano di nascita, italo-francese nei geni. Leone XIV, così passerà alla storia, ha subito mostrato empatia con i centomila di Piazza S. Pietro e con il mondo intero. Dai tratti somatici vagamente ricordanti Karol Wojtyla, Prevost è un agostiniano con un passato da missionario in Perù che può già dire qualcosa su quello che è il suo carattere e la sua indole che sicuramente ne caratterizzerà il suo pontificato. Ma se dovessimo annoverare il nuovo vescovo di Roma tra le schiere dei conservatori o tra quelli dei progressisti, dove lo collocheremmo? La sua vicinanza a Bergoglio che lo ha nominato prima cardinale e poi suo strettissimo collaboratore lascia immaginare la sua vicinanza all’ala progressista della chiesa cattolica, ma la sua provenienza agostiniana di tradizione convervatrice lo porrebbe, invece, vicino ai conservatori. Forse per questo motivo Leone XIV è gradito sia ai conservatori che ai progressisti. Forse anche per questo i cardinali hanno impiegato pochissimo tempo ad eleggerlo. Sono bastate solo quattro votazioni. Si sa ogni papa si carettirizza per qualcosa in particolare. Giovanni Paolo II viene ricordato come il papa dei giovani, Papa Luciani come il papa del sorriso, Giovanni XXIII come il papa buono, Papa Francesco come il pontefice degli ultimi, papa Leone XIV, se le premesse sono quelle ascoltate nel suo primo discorso pubblico come successore di Pietro, potrebbe essere ricordato come il papa della pace. Un costruttore di ponti in un periodo davvero travagliato che vede complicarsi sempre più la situazione in Medioriente. Riuscirà Leone XIV a far ascoltare la sua voce ai potenti della terra? La sua provenienza americana dovrebbe favorire un ascendente sul governo di Trump anche se le idee sembrano essere diametralmente opposte ma facendo leva sulle continue dichiarazioni del Presidente americano di voler porre fine alla guerre in atto, Leone XIV, uomo che predilige il dialogo alla scontro, potrebbe ottenere molto più di quello che ai pensi si questo particolare aspetto. Prevost è un soprattutto un normalizzatore. Fu lui a risolvere gli imbarazzi provocati dalla diocesi americana di New York. In lui i cardinali hanno visto l’uomo dell’Unione. Il motto di Leone XIV “In Illo uno unum” avalla la visione del conclave. Di sicuro la sua indole pacata sarà un’arma pacifica nel dialogo con il mondo intero. La perseveranza e la calma sono la virtù dei forti e Leone XIV sembrerebbe averne da vendere. Da oggi la “Sancta Romana Ecclesia” ha una nuova guida che imparermo a conoscere ed ad amare. Riponendo in lui la speranza di un mondo migliore ci affidiamo alla sua autorevolezza e alla guida divina che tutto può davanti alle difficoltà insormotabili dell’uomo.