Craxi, vero uomo di sinistra!

A venti anni dalla sua morte il giornalista Alessandro Pagliaro traccia il profilo dello statista italiano morto esule ad Hammamet

di Alessandro Pagliaro

Bettino Craxi non è stato mai un uomo di destra. Craxi appartiene alla sinistra. La sua storia politica dice solo questo. Bisogna sfatare i luoghi comuni, alla luce di quanto accade oggi, del leader socialista che aprì le porte al berlusconismo. Una grande falsità, per protrarre nel tempo l’avversione all’idea del riformismo. Craxi non fu nemmeno un anticomunista. Questa è un’altra scomoda verità. La sua competizione con il Pci viene fatta passare per anticomunismo, ma non è così. Nessuno, né a destra né a sinistra, ha finora condotto una ricerca approfondita della collaborazione tra comunisti e socialisti, nell’Italia degli anni settanta e ottanta nelle diverse realtà istituzionali e amministrative di quel periodo, dove grandi città come Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze, furono governate dai comunisti e dai socialisti. Un ritorno al passato dovrebbe riportare la memoria alle giunte rosse che operarono con grande slancio e modernità. Al contrario non vi fu mai collaborazione con il Msi di Giorgio Almirante. E questa è un’altra grande verità che fa di Craxi un vero democratico e antifascista. Non dimentichiamo, che fu proprio Craxi a far eleggere il partigiano Sandro Pertini Presidente della Repubblica, e che questi a sua volta lo nominò poi Presidente del Consiglio dei Ministri. Ma Craxi fu anche un convinto assertore della laicità dello Stato, quando si adoperò per la revisione del Concordato con la Chiesa. Né si può parlare di un Craxi filoamericano. La vicenda di Sigonella è la prova provata di una reale autonomia che l’uomo di governo socialista dimostrò senza tentennamenti verso gli Usa. E Craxi è stato anche uomo di pace, quando oggi della parola pace se ne fa uso e abuso. I rapporti con Arafat e la questione del Medioriente furono al centro della sua politica internazionale. Il coraggio dimostrato, abbracciando la causa dei dissidenti dell’Est, la denuncia dei totalitarismi di ogni segno, da quello della Grecia a quello dell’Unione Sovietica, l’aiuto dato a Panagulis e Sacharov, e quello fornito agli esuli cileni , pongono Craxi tra gli uomini più coraggiosi che la sinistra italiana abbia mai avuto. Aver rotto il muro dell’omertà ancor prima della caduta del muro di Berlino, si dimostrò segno di lungimiranza, più di quanto ne ebbe il Pci, che solo sotto l’incalzare del crollo del comunismo si vide costretto a cambiare nome. Craxi libertario e garantista, che si adoperò per la liberazione di Aldo Moro dalla prigionia delle Brigate rosse. Craxi che si battè per il divorzio. Quali altre caratteristiche ci vogliono ancora oggi per essere inserito tra i personaggi illustri che la sinistra in Italia abbia mai avuto? Solo la questione morale, con la emme minuscola riuscì a frenare la vitalità dell’uomo politico più moderno di questi ultimi anni. Nessuno addebita ad Enrico Berlinguer il colpevole silenzio sui regimi comunisti di quel periodo, nessuno gli rimprovera di aver mantenuto in vita fin quando è stato segretario, nel Pci, il concetto di centralismo democratico. Tutti però fanno risalire a Craxi l’inizio della fine della prima Repubblica. Fece comodo allora Tangentopoli a tutti.Lo spazio libero lasciato dal leader socialista fu occupato da Berlusconi e da Forza Italia. Le televisioni del Cavaliere furono allora le più feroci nel condannare preventivamente quel sistema politico. Si voleva l’eliminazione di Craxi, a destra come a sinistra, solo per prendere il suo posto. Un mutuo soccorso, un’alleanza che diede i suoi frutti, culminando nell’esilio di Hammamet. Son passati 20 anni dalla sua morte. Craxi fu spregiudicato nella gestione del partito, ritenendo che denari di non lecita provenienza potessero servire a finanziare l’attività del Psi così come avveniva per la Dc e per il Pci, aiutati rispettivamente dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica.

Fu così che scoppiò Tangentopoli, dove Craxi, ammettendo le proprie “colpe” nel famoso discorso al Parlamento, si dimise da Presidente del Consiglio al secondo avviso di garanzia ricevuto, quando oggi con condanne e rinvii a giudizio si viene tranquillamente eletti in Parlamento. Con lui scomparve anche il Psi, abbandonato dai “traditori” che approdarono ai lidi più convenienti di Forza Italia e del Pds. Come avvoltoi ne approfittarono Silvio Berlusconi e i dirigenti postcomunisti, a cominciare da Massimo D’Alema. Berlusconi da capo del governo non fece mai nulla per far rientrare Craxi nel suo paese, anche se oggi piange lacrime di coccodrillo. D’Alema dal canto suo socialdemocratico non lo è mai diventato, rimanendo leninista nei fatti e nel cuore. Dall’oscurità diventarono leader di un’Italia in declino anche personaggi inconsistenti come Fini e Bossi, fino ad arrivare oggi a Matteo Salvini. Craxi era socialista e uomo di sinistra. Anticipò le riforme istituzionali, pur rimanendo proporzionalista convinto. Fu amico di Arafat, Allende e Mitterand. Purtroppo di Craxi vengono ricordati solo gli errori, perseguiti da magistrati entrati poi in politica come Antonio Di Pietro. Anche oggi le stesse cose si ripetono. Uomini di legge come Nicola Gratteri vorrebbero ripercorrere le orme del pool di Mani pulite, fomentando un rozzo populismo e fornendo tutti gli elementi alla Lega per potersi impossessare dell’Italia. Da allora, alla luce anche dei disastri odierni della politica italiana, sarebbe opportuno condurre un riflessione più pacata su Craxi, il Psi e il periodo di Tangentopoli. Forse si capirebbe che la Prima Repubblica non faceva poi così tanto schifo come si vuole far credere. Nell’agosto del 2010 in vacanza ad Hammamet mi recai al cimitero dove è seppellito Craxi per un semplice saluto. Ovvero dieci anni prima della visita di questi giorni di tanti militanti del Garofano e pentiti di vario colore. La memoria di Bettino Craxi va sottratta alla “gestione” della figlia Stefania, deputata eletta con i voti di Berlusconi e del centrodestra, per riporla in una giusta dimensione, ridisegnando luci e ombre di un personaggio importante della sinistra che sicuramente ha contribuito a fare la storia politica dell’Italia contemporanea.