Elezioni amministrative Paola | La mancata visita non programmata di Salvini a Paola rappresenta una occasione persa per parlare di sviluppo della città

Per la vana gloria del “clan dei Bufalari” non si è riusciti a capire che sarebbe stato fondamentale scindere il ruolo politico da quello istituzionale di Ministro delle Infrastrutture ricoperto da Matteo Salvini. Se non si fosse dato ascolto a proclami inutili si sarebbe potuta cogliere una occasione importante per il momento storico che sta vivendo la città

La mancata venuta di Matteo Salvini, seppur non programmata, nella città Paola? Una occasione persa per parlare di sviluppo della città! In questi giorni, come sono stati definiti dalla testata giornalistica Calabria Inchieste, “il clan dei Bufalari” (LEGGI QUI) hanno diffuso la falsa notizia della venuta del ministro delle Infrastrutture del Governo Meloni nella città di Paola, quando in realtà la visita, così come indicato nel comunicato diffuso dagli addetti stampa dello stesso Salvini si riferiva al Santuario di San Francesco di Paola di Lamezia Terme. C’è chi ha sottilizzato che non si tratta di santuario ma di chiesa, parrocchia ecc. ma alla fine la sostanza rimane sempre quella e non cambia. Eppure, era semplice da capire, infatti, se si legge il calendario itinerante del Ministro nel catanzarese viene logico e naturale pensare che tra un incontro istituzionale e un altro, dove è incastrata la visita a San Francesco di Paola, la stessa non può in alcun modo riguardare il Santuario ubicato a Paola, a meno che il ministro delle infrastrutture non sia dotato di un macchinario per il teletrasporto. Ma al di là delle strumentalizzazioni che in campagna elettorale sembrano essere più lecite di quelle costrette a subire nella vita quotidiana, i paolani avranno sicuramente compreso che le bugie hanno sempre le gambe corte. Ma quello che forse nessuno ha compreso è che la mancata venuta del ministro Salvini a Paola, è stata una occasione persa per parlare di sviluppo della città. I cinque candidati sindaco avrebbero dovuto fare quadrato e presentarsi all’aeroporto di Lamezia Terme e invitare il Ministro della Repubblica Italiana con delega alle Infrastrutture, e non l’esponente della Lega, nella città di Paola ed in caso di suo mancato accoglimento avrebbero dovuto quasi costringerlo. Perché? Perché a Paola si parla tanto di Porto ed allora con chi si sarebbe potuto discutere di più autorevole di lui del finanziamento di venti milioni di euro ottenuto grazie alla lungimiranza di amministratori regionali? Ve lo diciamo noi: Con nessuno! Sempre con Matteo Salvini, in qualità di Ministro delle Infrastrutture e non come esponente della Lega, si sarebbe potuto parlare di alta velocità, di raddoppio della Santomarco, degli espropri delle civili abitazioni che dovranno essere affrontati o già affrontati per la realizzazione della più grande opera che si realizzerà nel Sud Italia. Ed invece? Invece, si è pensato a fare la solita passerella, inventando come sempre problemi che non esistono facendo sfumare nuovamente una occasione di dialogo alla città di Paola con i massimi livelli governativi, con l’aggravante di risultare “antipatici” ad un ministro della Repubblica la cui appartenenza, in questo caso sì politica, lo porta alcune volte ad uscite fuori luogo verso i cittadini del Meridione del Paese. Salvini potrà essere anche un esponente della Lega ma il ruolo istituzionale ricoperto gli impone una equità di trattamento verso tutti gli Italiani. Un politico navigato come lui sa bene quando scindere la politica dal ruolo istituzionale, ne vale della sua permanenza nel dicastero. Su queste argomentazioni il presidente Meloni, giustamente, non va molto per il sottile. Ma se non si è riuscito a capire questo, vuol dire che la “famigerata” lungimiranza amministrativa tanto sbandierata in questa campagna elettorale è solo una parola buttata nell’agone elettorale svuotata di qualunque significato. Peccato, sarebbe stata una ottima occasione ma purtroppo ormai ci è sfuggita di mano per la miopia di non aver saputo scindere la politica dalle istituzioni e per la vana gloria dei soliti falsi profeti.